Se passate da Siena, è d’obbligo una visita al Palazzo Pubblico, in Piazza del Campo e nella sala del Mappamondo, soffermatevi ad ammirare l’affresco rappresentante “La presa del Castello di Montemassi” in Maremma, da parte del capitano delle milizie senesi Guidoriccio da Fogliano, avvenuto nel 1328 come ricorda l’scrizione della cornice sottostante: ANNO DOMINI MCCCXXVIII.

L’opera, datata 1330, è di Simone Martini, pittore in voga nel XIV° secolo, al quale è attribuita anche la famosa “Annunciazione tra i Santi Ansano e Margherita” conservata negli Uffizi a Firenze.

A prescindere dai connotati storici, la prima volta che lo vidi, mi balzarono all’occhio un paio di particolari che non possono restare inosservati ad un appassionato degustatore. Al centro dell’affresco compare il Guidoriccio a cavallo, nel suo incedere vittorioso, avvolto in un mantello finemente ricamato con le insegne araldiche della famiglia e una serie di losanghe da cui dipartono foglie di vite su fondo oro, visibili anche sulla gualdrappa del cavallo.

All’estrema destra del capitano di ventura, si può notare un accampamento militare, dove, tra le tende, spiccano filari di vite piantate dai senesi in memoria dei tempi lunghi che occorsero per poter espugnare il Castello di Montemassi.

A volte, le etichette delle bottiglie di vino, raccontano molto più di quello che si tende a vedere solo in superficie perché concentrati unicamente sul contenuto delle stesse. Il Brunello di Montalcino CastelGiocondo dell’azienda vinicola Frescobaldi, riporta in etichetta lo stesso affresco. Pura casualità? Non credo.

La nobile famiglia dei Frescobaldi è sulla scena del vino dal lontano 1308 e tale data è suffragata dalla conservazione di un documento storico che registra uno scambio in natura (opera d’arte per vino) con Michelangelo Buonarroti.

Una delle tenute di proprietà più vocate è senza dubbio quella di CastelGiocondo, situata sulle colline di Montalcino, a 40 km in linea d’area dal mare e si estende per 815 ettari di cui 235 coltivati a vigneto. La produzione è concentrata sulla coltivazione del Sangiovese grosso per la produzione del Brunello di Montalcino e di quello Riserva, prodotto solo nelle migliori annate e al Lamaione Igt Toscano 100% Merlot. 

Mi sento di supporre che il Guidoriccio, nel trasferimento verso l’assedio del castello maremmano, abbia volutamente fatto tappa dai Frescobaldi, a CastelGiocondo, per poi tagliare longitudinalmente verso l’odierna Civitella Marittima in direzione Montemassi e voglio anche pensare che abbia degustato e fatto incetta di quel “robusto vino” (così veniva chiamato) già popolare in epoca medioevale. Non si spiegherebbe il perché di questa etichetta se non avesse qualche corrispondenza riconducibile al Guidoriccio e al suo assedio al Castello maremmano.

Anche io, a mio modo condottiero vinicolo, ho voluto fare tappa, degustando il Brunello di Montalcino CastelGiocondo annata 2000 di 13,5°vol., che ho stappato 5 ore prima della degustazione accompagnandolo ad un risotto con funghi porcini e ad un arrosto. 


Versato nel bicchiere tipo Burgundy, si presenta di colore rosso rubino intensissimo, quasi impenetrabile con leggeri riflessi granati sull’unghia e con una torbida velatura.

Al naso, dopo una impercettibile nota riduttiva, si apre con un ventaglio di aromi e profumi che spaziano da note floreali di viola mammola a confettura di frutta rossa surmatura, a note di caffè arabico appena tostato e a seguire cuoio, pepe di sarawak e “jus de viande” per dirla alla francese. In bocca, entra morbido al palato, sorretto da una spalla acida ancora vibrante; si avverte nuovamente la frutta cotta rossa, ritorni di caffè, rabarbaro e spezie dolci. Finale lungo e persistente. Terziarietà a go go e ben definita in un vino al massimo del suo apogeo.

Per alcuni istanti mi sono sentito come il Guidoriccio e catapultato indietro nel tempo anche io mi sono ritrovato su un destriero, accanto alle milizie senesi. A differenza loro, un po’ vigliaccamente, non ho continuato il viaggio sino a Montemassi ma ho preferito fermarmi a contemplare e a godere del soave nettare di Bacco delle terre dei Frescobaldi.